La reazione dopo il rovescio di Bologna non c’è stata. La Lazio ha giocato una partita brutta, con troppi errori nel primo tempo, un buon momento nella parte centrale della ripresa, con il bel gol di Marusic su assist di Pedro, e la rimonta subita nel finale. In classifica ci raggiunge la Roma, che va a velocità doppia. Il Bologna è a 4 punti, tutto il gruppo in lotta per la Champions vince e lotta, la Lazio no. Manca convinzione, mancano clamorosamente dei singoli, manca lucidità nelle scelte dell’allenatore.
Tenere in campo il cartonato di Dia, impalpabile, abulico, che trotterella per il campo per un’ora e più, che senso ha, quando hai un Noslin disposto a lottare su tutti i palloni? Il ramadan è finito, ma il senegalese resta fantasmatico e non basta l’impegno di Pedro, Zaccagni, Isaksen se c’è un vuoto così vistoso là davanti.
Il buon rientro di Hysaj, sostituito da Pellegrini, il buon secondo tempo di Guendouzi, il gol di Marusic, tutto inutile. Si va a Bergamo col morale sotto i tacchi, in regresso, senza convinzione. Non mi aspetto niente di buono da una squadra con questa attitudine fatalista, fa quasi tenerezza vederli chiedere rigori e cartellini gialli a uno come Massa, chiedere la grazia al boia, si dice a Roma.
La Lazio deve aiutarsi da sola, se vuole andare avanti: non è questa la strada che porta a grandi risultati. Vincere oggi era vitale, la vittoria sarebbe stata anche meritata, se fosse arrivata, ma la prestazione non è all’altezza degli obiettivi, inutile girarci intorno. Baroni s’inventi qualcosa perché così si rischia un finale di stagione alla deriva.